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	Ci risiamo. Ecco l’arrivo in pompa magna degli ennesimi presuntuosi capi e capetti, che pretendono di venire a discutere la via della salvazione di noi tutti dalla crisi di un sistema economico che niente ha a che vedere con l’economia reale, che vorrebbero spiegarci la causa delle nostre difficoltà, dei nostri malesseri, scaricando meschinamente le responsabilità su chi li ha preceduti, come se essi stessi si fossero appena affacciati ai piani alti del potere, come se i problemi fossero iniziati con la crisi economica, come se la questione urgente sia dunque uscire da questa crisi, a spese tra l’altro di coloro che maggiormente ne subiscono le conseguenze, per riprendere finalmente la via dello “sviluppo”, quello delle banche e delle multinazionali.
Ecco che, dall’alto della loro preparazione accademica, arrivano ad offrirci la loro medicina. Ci spiegano che dobbiamo sacrificarci in nome della ripresa economica, che dobbiamo affidarci ad una politica di finanziamento di quelle stesse banche che la crisi l’hanno creata e con le quali la politica istituzionale ha da sempre viaggiato a braccetto, ingrassando a dismisura sulle spalle di masse sapientemente allevate a pane e menzogne, convinte che quello della delega sia il massimo strumento di partecipazione politica, che la felicità stia nel denaro, che la televisione e i giornali dicano la verità, che la mia auto sia più bella della tua, che le guerre siano missioni di pace, che gli immigrati puzzino, che la legalità sia un dovere a prescindere dalla natura delle leggi, che l’istruzione di Stato sia un diritto e il lavoro un dovere, che Michael Jackson fosse un alieno.
Questi loschi personaggi non sono che gli ultimi degli innumerevoli rappresentanti dell’ordine costituito, che preservano brutalmente da una parte attraverso l’addomesticamento sociale, e dall’altra con la repressione di quegli individui che i compromessi non li accettano, che non credono che la causa di tutti i mali sia la crisi, che sanno bene che il vero problema è il potere sempre più centralizzato, che finché questo esisterà l’angoscia e l’alienazione continueranno a soffocare gli animi, e che dunque andrà combattuto “con ogni mezzo necessario”.
Non solo non siamo disposti a pagare quel debito che qualcuno ha contratto attraverso i suoi sporchi giochi finanziari. Prima ancora non siamo disposti a riconoscere la presunta autorità di questi signori, ottenuta attraverso l’inganno democratico e perpetuata sul falso presupposto della necessità di un potere centrale che garantisca quell’ ”ordine” e  quella “sicurezza” che, lungi dal “proteggere” i cittadini, sono strettamente funzionali alla conservazione di tale potere.
Ne’ pecore ne’ pastori. Azione diretta! Autogestione!
                                                                                    ANARCHICI
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